L'associazione
professionale di docenti AESPI, essendo venuta a conoscenza della manifestazione
svoltasi venerdì 28 settembre all'interno dell'Assessorato, da parte di alcune
organizzazione giovanili, relativamente al finanziamento di un progetto didattico
su Antonio Gramsci, ritiene di dover esprimere al riguardo le seguenti motivate
riflessioni.
L'AESPI, in ogni modo possibile, incoraggia lo studio e la diffusione della
cultura, avendo identificato nella mancanza di cultura la vera falla nel sistema
educativo attuale: infatti, al di là di tanti problemi logistici e organizzativi,
la persistenza in molti docenti di ideologie che hanno dimostrato ripetutamente
il proprio fallimento, non permette alla scuola di fare quel salto di qualità
così necessario in tempi di sfide globali, poichè da esse derivano comportamenti
inadeguati come i metodi didattici evanescenti e la trasmissione di idee utopiche,
incapaci di aiutare le persone a camminare con le proprie gambe nel mondo
del lavoro e nella vita sociale.
Ottima dunque appare l'iniziativa della Regione Autonoma della Sardegna di
dedicare una giornata allo studio di un pensatore che ha pur avuto importanza
nella nostra quotidianità degli anni di fine '900; ma pessima la realizzazione,
dimostrando ancora una volta che la vera cultura è merce rara e che spesso,
come in questo caso, si tenta di contrabbandare per "cultura" una ideologia
ammuffita, fallimentare da tutti i punti di vista e ormai sconfessata anche
da quelli che la professavano senza vergogna fino 20 anni or sono. Ancor migliore,
dunque, la azione intrapresa molto intelligentemente dai giovani studenti
che hanno preso alla lettera lo slogan: "la cultura al potere!", occupando
per questo una struttura di gestione del potere amministrativo, in difesa
della richiesta di uno studio gramsciano obiettivo e completo: non si migliora,
infatti, la preparazione culturale se non analizzando realisticamente i pregi
ed i difetti dei pensatori che ci hanno preceduto per eliminare i secondi
e recepire i primi, per aiutare efficacemente noi stessi ed il mondo.Ed in
particolare questo vale per il mondo della scuola, così bisognoso di verità,
intesa come insieme di informazioni accurate, capacità riflessiva esercitata
e rettitudine di intenti nel trasmettere, con la didattica, il sapere umano
alle giovani generazioni. Avanti, dunque, Sardegna! ma nella direzione giusta:
i tuoi giovani, sembra, vogliono correggere finalmente gli errori di vecchi
malvissuti, superstiti di un tragico fallimento di una ideologia che, - ma
bisogna sempre ripeterlo? - non ha mai relizzato, da sola, nulla di più
dei campi di sterminio, che speriamo finiscano una volta per sempre con
gli attuali laogai cinesi e la repressione armata di pacifici bonzi birmani.
Distinti ossequi
Milano, 30/09/2007
Per l'AESPI: il Presidente, Angelo Ruggiero