Associazione Europea Scuola e Professionalità Insegnante
Via Abbadesse, 52 - 20124 MILANO
Tel. : (++39)0266805643
Cell.: 3387315646
Fax : (++39)026430486
E-mail: eurduemila@tiscali.it

http://www.aespi.org

 

Milano, 26/02/2007

AUDIZIONE DELLE ASSOCIAZIONI PROFESSIONALI DI DOCENTI.

CONTRIBUTO DELLA ASSOCIAZIONE AESPI AL PROGETTO DI LEGGE REGIONALE DELLA REGIONE LOMBARDIA DEL 15 GENNAIO 2007 PER LA ISTRUZIONE E FORMAZIONE PROFESSIONALE

La bozza proposta ci trova, in linea di massima, consenzienti dato che proprio il nostro Presidente, Angelo Ruggiero, negli undici mesi del suo Assessorato provinciale si era speso per promuovere l’accordo di Mantova che proponeva molti dei concetti ora presentati e che però è rimasto, tragicamente per il sistema scolastico, lettera morta.

Esaminiamo alcune proposte del progetto individuando quelle zone, a nostro giudizio, calde.

Associazioni professionali di docenti.

Noi riteniamo che la partecipazione delle Associazioni sia fondamentale, perchè il progetto così sarà realizzato anche con l’apporto degli unici, veri esperti del field. Occorre peraltro curare l’aspetto della validazione delle Associazioni, partendo in primis da quelle che hanno già ottenuto un riconoscimento a livello nazionale.

Fondazioni.

Ottima soluzione, anche per l’aspetto seguente.

Autonomia scolastica

Siamo d’accordo, in quanto riteniamo bene realizzare pienamente la sussidiarietà, elemento indispensabile per il buon funzionamento di una società efficiente al servizio della persona.

Campus

Costruire una rete adeguata è un aspetto fondamentale, prestando una attenzione speciale ad un problema: le passerelle, elemento delicatissimo per evitare operazioni di verniciatura anziché di reale ed efficiente riqualificazione. Naturalmente, il campus, chiamato anche polo d’istruzione e formazione, deve essere il più aderente possibile alle REALI necessità, tenendo conto degli effettivi bacini di utenza anche extraprovinciali o addirittura, extraregionali, e richiede accurate pre-analisi di mercato.

Problemi-chiave: orientamento e accoglienza

Riguardando il problema delle "passerelle", a p. 8 del progetto troviamo la frase "…esigenze delle famiglie...".

Siamo pienamente d’accordo, ma esigenze e richieste delle famiglie fanno tornare al problema-chiave dell’orientamento, di cui la bozza non si occupa, e che invece, a nostro giudizio, deve trovare una soluzione operativa proprio con l’intervento istituzionale effettuale del sistema della scuola secondaria: se le famiglie non ricevono informazioni "dal field", come possono REALMENTE orientarsi?

Quanta dispersione scolastica è determinata dalla scarsa o solo teorica conoscenza delle linee direttrici dell’insegnamento secondario e dei conseguenti sbocchi professionali! Quanta dispersione scolastica è purtroppo la conseguenza della scarsa attenzione a questo problema, o di una falsa soluzione a questo problema!

La soluzione del problema però non consiste, a nostro giudizio, nella esecuzione di singole azioni ma nella sistematizzazione delle stesse: l’orientamento, per essere uno strumento attivo, deve essere partecipato dagli studenti, trasmesso alle famiglie ed ai docenti (sui quali ultimi però occorre intervenire, almeno all’inizio, anche con altre azioni sistematiche mirate) e diventare, in un certo qual senso, una forma mentis; si può ottenere in vari modi.

Personalmente, io lo ho ottenuto con gli stages d’orientamento e con la drammatizzazione della situazione scolastica, utilizzando tecniche di public speaking e di ricerche di mercato, coinvolgendo, in primo luogo gli utenti stessi, gli studenti: chi è contento di una scelta personale matura, ne è felice, ne vuole parlare a tutti e si realizza, per certi aspetti, trasmettendola ad altri affinché la condividano….. e dà così il meglio nel trasmettere.

E trasmettere significa anche capire meglio. Ed i processo si avvia e si mantiene con poche azioni di sostegno.

Obbligo scolastico di due anni dopo aver superato la attuale Terza Media.

In linea di principio, NON siamo d’accordo. L’esempio del passato in altre nazioni (Germania, etc) suona diverso ed il prolungamento di una fase "infantile" e non civica e professionale insieme, non aiuta la presa di coscienza del giovane della sua qualità di elemento partecipante attivamente alla società di cui fa parte.

Se peraltro questo obbligo deve essere un ineludibile obbligo europeo, occorre vigilare con cura sul reale utilizzo di tutti gli strumenti di potenziamento e sviluppo delle capacità di induzione, astrazione ed analogia degli utenti, per avere persone in grado di competere globalmente per l’eccellenza. Essenziale diventa, in tutti gli ordini scolastici ma particolarmente nella istruzione e formazione professionale, l’utilizzo deliberato, sistematico, immediato ed approfondito dello strumento induttivo per raggiungere, con il minimo possibile di irrigidimenti, un’operatività cosciente ed una condivisione degli obiettivi.

Per introdurre in modo efficiente una tale proposta di studio, il progetto "Accoglienza nella scuola superiore" deve saper proporre e portare a compimento processi analoghi ad un "rito di iniziazione" che sia, detto più modernamente, un patto con la società e con sé stessi, uno strumento indispensabile per la maturazione senza costrizione estrinseca.

 

Life-long learning

Certamente sì ma con attenzione estrema alla progettazione personalizzata delle riqualificazioni, trovando strumenti flessibili e aggiornati al just-in-time del mondo del lavoro. La nostra esperienza anche personale (abbiamo per primi seguito l’inserimento in azienda dei contratti di formazione in Piemonte orientale nei secondi anni Ottanta) ci porta a diffidare delle soluzioni predisposte: abbiamo a che fare con la persona, ed essa è un esemplare unico, sia pure riconducibile, per certi aspetti, ad altre persone ed ad altre situazioni. Il tempo, poi, continua a scorrere e non sempre permette che lo stesso problema abbia la stessa soluzione….

Il personale regionale.

Riteniamo un falso problema la questione della dipendenza statale contrapposta a quello della dipendenza regionale.

Certamente però deve essere perseguita la perequazione al livello più favorevole possibile per i dipendenti, in una ottica di sviluppo professionale.

Riteniamo comunque più favorevole, in generale, la situazione di dipendenza regionale per raggiungere un riconoscimento ed una valutazione della professionalità del Docente.

Incidentalmente, personalmente riteniamo possibile sviluppare questo concetto anche con il personale NON docente, sia pure in una ottica con focalizzazioni diverse.

 

 

Riferimento: dr. ing. Giancarlo Loforti – 21047 Saronno – Via Verdi 8 – fax aut. 02.9601114; cell. 338.3329706, email gianfor4343@yahoo.com

Docente c/o IPSIA "A. Parma" - Saronno (Va)